CONTRAPPUNTO 3_3 MANUEL PORTIOLI

Manuel Portioli, dettaglio opera

orari visita: ven 18-20.30 sab 10-13 17-20.30 dom 10-13

CONTRAPPUNTO E RJUKAN
di Manuel Portioli

“Quando camminiamo, noi andiamo naturalmente per campi e foreste: cosa sarebbe di noi se andassimo solo in giardini e centri commerciali??”  (Henry David Thoreau, “Camminare”, 1851)  

Ho iniziato a dipingere paesaggi in Norvegia, dove mi sono trasferito dieci anni fa. 
Credo di avere iniziato per interiorizzare tutte le grandi differenze che ci sono tra questi posti (e queste persone) e i posti della mia infanzia.
Venendo dalla pianura padana, non è stato facile, inizialmente, confrontarsi con le montagne, i fiordi neri come la pece e le nuvole che si muovono in cielo con una rapidità sorprendente.
In seguito, ho continuato a dipingere paesaggi perché mi sono trovato piacevolmente intrappolato in uno di quei posti dove il sublime è presente ovunque e pretende assoluta attenzione: l’Aurland.
Ero là, in autunno, per una residenza di studio e non avevo altro da fare che camminare tra montagne e fiordi.  Da quelle passeggiate e da un qualche centinaio di foto, sono nati una trentina di quadri che fanno parte di God of the high places. Come il titolo enuncia, le connessioni con l’elemento divino, che permea quei paesaggi che quasi incutono timore, sono state per me inevitabili.
La serie esplorava, a livello soggettivo, le connessioni tra una passeggiata/escursione chiarificatrice nella natura -definita come rimedio alla ruminazione da filosofi naturalistici e scienziati moderni- e il concetto arcaico di sacralità degli alti luoghi (spesso il Dio dell'Antico Testamento richiedeva che in questi luoghi fossero costruiti altari, o cumoli di pietre).
Questo amore per l'"escursionismo", condiviso dalle religioni arcaiche e dai pensatori moderni, che spesso sono in antitesi con queste stesse religioni, continua ad affascinarmi.

Per CONTRAPPUNTO ho deciso di portare il frutto di un'altra residenza d'artista, questa volta a Rjukan.
I paesaggi di Rjukan sono stati la culla del nazionalromanticismo norvegese e al contempo dell'industrializzazione di questa nazione.  Mi sono focalizzato sulla parte romantica, scegliendo di rappresentare l'altopiano di Gaustatoppen, battuto dal vento ed eroso dai ghiacci stagionali.
Credo che questo quadro, frutto di un lavoro intenso ma relativamente breve, possa risultare molto interessante all'interno di San Carlo. L’amalgama rossastro di ciottoli che compone il pavimento della chiesa diventa quasi la naturale continuazione del terreno di pietre rotte di Gaustatoppen rappresentato nel quadro.
Al contempo sono curioso di vedere come due aspetti, forse opposti, del sublime che hanno ispirato chiese e quadri di paesaggio possano coesistere nel medesimo spazio.
Naturalmente non mi sono scordato dell'opera scultorea di Beppe Villa che sarà in dialogo con la mia e con la chiesa stessa. Non la cito, perché per me è ancora un piacevole incognita. Lui ha visto la mia opera, ma io non la sua. 
Sono curioso ed impaziente di vedere questa mostra, probabilmente più di voi che state leggendo e che sarete o che siete qui a San Carlo. 
La curiosità è SEMPRE una cosa bellissima. (Manuel Portioli) 

“Mi muovo nel mondo della pittura senza alcuna idea preconcetta, con mente aperta ed una instancabile volontà di sperimentare. Non amo particolarmente la nozione di stile e neppure il concetto della riconoscibilità, principalmente legato all’ambito commerciale del mondo dell'arte. Mi terrorizza il pensiero di un autore destinato a essere l'imitazione di sé stesso per tutta la vita ... ma, tuttavia, se la ripetizione fosse genuina e non stupidamente ingenerata dal mercato, sarei mosso a commozione. La perseveranza è una virtù capitale e la testardaggine sembra essere l'altro lato della stessa medaglia. Ma non faccio distinzioni, prendo il binomio così com'è.
Vedevo l’artista come un'antenna in grado di decifrare una varietà di segnali, trasformandoli in immagini comprensibili ai più... ma dopo anni di creazione artistica (che vivo come una benedizione), sento che gli artisti sono combattenti di masochista natura. Anime fragili e bipolari, tese fra cielo ed oblio.
Siamo monaci perseguitati dal desiderio della carne e libertini in cerca di assoluzione. Siamo esseri continuamente protesi in un esercizio di rinnovazione auto-fagocitante. Auto-mutilante. Auto-rigenerativa. Auto-erotica.
Siamo piante in divenire, protese inevitabilmente verso un Sole, la cui natura ci è sconosciuta, ma irresistibile.” (Manuel Portioli) 

“Gli studi pittorici di Portioli attraversano i livelli significativi dell'immagine in una sorta di processo di multitasking estetico, con il contesto di riferimento che cambia continuamente e inaspettatamente. La variazione nel suo lavoro riflette la nostra era in cui diversi media e flussi di informazioni interagiscono e interferiscono con la coscienza individuale e collettiva. I dipinti di Portioli incorporano violenza espressionista, pornografia, religione e cronaca per descrivere lo stato umano nell'era della sua spettacolarizzazione” (Stefano Taddei).

Manuel Portioli, nasce il 17/03/87 a Scandiano (RE). Vive e lavora a Bergen, Norvegia.
Ha conseguito il Bachelor in Belle Arti presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna e il Master in Belle Arti presso l'Accademia di Belle Arti di Bergen nel 2014.
Vincitore del “Jakob Weidemann Minnestipend” e “Johannes Vinjum stipend”.
Selezionato per diversi premi e concorsi tra i quali “Premio Casorati”, “Biennale di Roncaglia sul Panaro” e “Premio Combat”.
Ha curato mostre ed esposto in personali e collettive in Italia e Norvegia, Spagna e Romania. Tra le quali: Lovers’ nest, Usf, Bergen; Remix 02, Galleria Opere Scelte, Torino; Remix, Regimenten, Steinkjer; God of the high places, Galleri Vinjum, Aurland; Act of Faith, Oseana, Os


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